POESIA VISIVA
La linea di ricerca della Poesia visiva, sviluppatasi nell'atmosfera di avanguardia e sperimentalismo degli anni Sessanta e Settanta, tende a gettare un ponte tra scrittura e pittura. La poesia si presenta come un quadro, e si affida quindi ad un sistema di produzione e consumo affine a quello delle Arti figurative (mostre, esposizioni, ecc.).
Si tratta di esperimenti intersemiotici, in quanto mettono insieme il modo lineare di leggere il linguaggio e il modo avvolgente di guardare un quadro. Si è parlato di "scrittura verbovisiva" e anche- da parte di Lamberto Pignotti che è stato uno degli iniziatori in questo campo- di Arte "plurisensoriale", che sarebbe legata alla classica figura retorica della Sinestesia (scambi tra i 5 sensi) e in generale a un'idea di Arte totale, capace di mettere in funzione tutte le facoltà dell'uomo.
I filoni della Poesia visiva sono stati principalmente di 2 tipi:
Uno, proveniente dalle "tavole parolibere" delle avanguardie futuriste, usa la dislocazione delle lettere (l'ampiezza, il carattere tipografico; insomma, la "materialità del significante") per ottenere effetti grafici e figurativi.
Si può arrivare, al limite, ad ottenere immagini ritagliando pezzi di scrittura o di lettere (quindi rendendo illeggibile la scrittura). Si può ritornare alla scrittura a mano, oppure ricavarla da mezzi tecnici.
In questo ambito rientrano gli esperimenti di Tomaso Binga, realizzati sovrapponendo le lettere con la macchina da scrivere.
L'altro filone è legato alla tecnica del collage. In questo caso vengono utilizzate immagini soprattutto fotografiche, uniti insieme a ritagli di scrittura. Ci troviamo di fronte al recupero di materiali già formati (ad esempio: foto della pubblicità corredate con titoli di giornale). Quindi, questa linea di ricerca ha molto a che fare con la citazione e la parodia. La sua tendenziosità, infatti, consiste nel disperdere l'atmosfera e il fascino seduttivo delle immagini della società dei consumi, non solo mediante il colpo di forbici che le distacca dal loro contesto appropriato, ma anche attraverso la giustapposizione con frasi discordanti, che costituiscono una sorta di controcanto.
Se l'operazione ha qualcosa della allegoria classica, in cui la figura era accompagnata da un cartilio, qui lo scontro tra il significato della figura e quello della scrittura è un carattere obbligatorio del genere.
Oggi, infine, si è sviluppato anche il versante della video-poesia, che sfrutta il mezzo televisivo per un intervento tra parola e immagine.
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