sabato 24 marzo 2007

IL XXV APRILE...TUTTI A MESTRE

L'ALBERO DELLA POESIA
Mostra Arti Visive
Internazionalità nella Diversità
Un titolo significativo per la ventesima edizione dell'Albero della Poesia.
Noi abbiamo sempre ribadito che una vera globalizzazione positiva si raggiungeva con il network dell'Arte. In quest'ottica, l'happening del XXV Aprile si è sempre adoperato, fin dagli inizi, in questa direzione.
Happening per far conoscere e conoscere.
Condizioni essenziali già auspicate da Apollinaire e poi tradite in nome del cinismo del mercato. Un Dio cannibale a cui noi opponiamo lo spirito di quel raro monumento vivente che è l'Albero della Poesia.
In questa visione, la presenza di Rafique Sulayman dal Bangladesh, di Shyam Lal Shrestha dal Nepal, dello scrittore Simon Fattori con il suo libro La Scimmia e di artisti come Mariano Bellarosa e Daniela Crivelli piena di desiderio di conoscere e fare e Pino Conestabile animatore della Free Philosophy Art.
Queste alcune situazioni dell'happening di quest anno.
Oltre alla ormai consueta partecipazione di Paul Tiilila che viene per l'occasione dalla Finlandia ed i Karl F. Hacker e Peter Kustermann che vengono dalla Germania: assieme ai fedelissimi italiani come Tiziana Baracchi, Gianni Noli, Roberto Sanchez, Salvatore Starace, Giovanni e Renata Strada.
Il ventesimo incontro, che sta a dimostrarci la ormai storicizzazione e validità di un evento che continua a crescere di anno in anno.
Giancarlo Da Lio
Itinerari 80 Center
Via Cavallotti 83/B
30171 Venezia Mestre

domenica 18 marzo 2007

I SANTINI DEL PRETE

La presentazione
La materia prevede che esista una anti-materia composta di anti-particelle bricconcelle che quando si incontrano con le loro parenti sorelle positive, generano tensioni radioattive, mesoni, raggi gamma, un vero putiferio della madonna, che ti spedisce veloce verso il nulla.
Figuriamoci per ciò se l'Arte non deve mettere nel conto l'esistenza di una non-Arte, una nona gioiosa posizione di auto-sospensione, di auto-esclusione dal Giardino del Giudizio Critico, dal Paradiso Analitico Ada-mitico, che scodella a getto continuo giovani di tendenza, scalpitanti ai pali della partenza di una carriera foriera di allori, di onori, di paroloni, di pannoloni contro l'incontinenza dell'Ego, che del resto del mondo me ne frego.
Raimondo Del Prete e Franco Santini hanno i cognomi talmente altamente binari complementari, con Yn e Yang equamente miscelati e portati a livelli stellari, da aver dato vita alla bollata ditta postale "I Santini del Prete".
Essi sono dei veri fieri ferrovieri, autentici esercitanti in divisa d'ordinanza, fischietto (Raimondo è capo stazione), martelletto (Franco è capo tecnico verifica sicurezza) e biglietto di viaggio omaggio, i quali si attribuiscono compitispeciali di intervento per il superamento dello steccato che tiene separato il cittadino normale dall'artista fenomenale selezionato per la missione al padiglione coglione alla Biennale del Canal Banal Grande come il glande che se lo inchiappetta.
Con la loro stessa presenza, aboliscono ogni distanza tra specialismo e eclettismo.
In alta uniforme ferrotramviaria hanno sfilato in diverse manifestazioni a carattere di rovescio della medaglia, di non-Arte dunque, sventolando il loro stendardo assai gagliardo che reca scritto "Multiplicité Creativité Solidarieté", oppure "Somaro chi non conosce la differenza tra un artista e un ferroviere". E sempre in perfetto orario, contrariamente alla loro Azienda di riferimento, all'abitudine invalsa del ritardo cronico in uso presso le Ferrovie dello Stato depresso in cui versa la nostra rete di ferrotrazione degna di un'onorata, meritata rottamazione.
Per questo e per altro sono stati insigniti dell'Ordine Patafisico della Giduglia e nominati Reggenti alla Cattedra di Clonazione Ferroviaria.
In quanto Mail-performer, il loro lavoro parallelo cade a fagiolo, in perfetta coincidenza tra mezzo di trasporto (il treno), medium di supporto (la lettera) e tipo di rapporto (lo scambio epistolare e/o veicolare).
Quello che auspicano è una Democrazia diretta, rapida, accelerata, intercity, una concezione allargata e partecipata.
E' più difficile che un ferroviere entri nel Regno dei Cieli dei cimeli museali o che un artista professionista passi il concorso delle F.S. e diriga una stazione, una postazione di controllo per una sicura frenatura? io opto per la seconda, comunque ai posteri l'ardua sentenza.
L'uomo saggio è consapevole, riconosce l'Arte in rarissime cose e/o situazioni, tutto il resto è non-Arte. L'uomo consapevole e saggio riconosce l'Arte in tutti gli oggetti o/e le manifestazioni dell'Universo, per tanto la non-Arte è perla rarissima.
(PABLO ECHAURREN)

domenica 4 marzo 2007

Un pò di kultura

L'universo dell'Arte "ufficiale" è molto vasto, coinvolgente, intrigante, ma non sempre corretto nei confronti dell'Artista e del pubblico, in quanto pronto a confezionare- in qualsiasi momento- quale creatore di "mode" - "geni" in erba destinati ad esaurirsi nel corso di una stagione.
Tale comportamento rischia di provocare nell'Artista un vero e proprio trauma, ma contemporaneamente tende a far sorgere forti dubbi sulla credibilità del sistema dell'Arte.
Purtroppo tutto ciò è lo specchio della Società in cui viviamo, dove tutto si usa subito e si getta, dove vige la formula: "da consumarsi preferibilmente entro il...", dove l'interesse personale supera il rapporto umano e sociale.
Ecco allora perchè, di fronte all'Arte Postale (Mail Art) mi sento ancora una volta di affermare che il suo straordinario fascino sta proprio nel fatto che è un'espressione artistica non inquinata dal sistema, in grado di esprimere, provocare, denunciare liberamente, senza limiti di sorta.
Artisti di tutto il mondo sono uniti in un abbraccio universale tramite un international networking circuit in grado di sviluppare rapporti di amicizia e fratellanza con il superamento delle frontiere, con lo scambio di lavori artistici, con la partecipazione a progetti internazionali ed anche con incontri mail-artistici durante i quali vengono eseguite installazioni e performance.
Quindi Mail Art come "ossigeno", Mail Art come "free air", Mail Art come "oasi nel deserto della incomunicabilità". La fantasia, il gioco, la creatività sono ingredienti spontanei nell'Arte postale: proprio per questo a molti progetti aderiscono anche scuole Medie e Istituti d'Arte (italiani e stranieri), presentando lavori ricchi di interessanti concetti. Tale coinvolgimento penso sia molto importante per l'educazione dei giovani alle varie forme artistiche e al consolidamento di rapporti che avvicinano nazioni diverse in un unico "feeling", poichè le opere inviate -per la maggior parte di piccole e medie dimensioni in quanto più idonee al servizio postale- sono in realtà "grandi" per l'anima che contengono.
ANNA BOSCHI

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